venerdì 9 novembre 2007

Guardando qua e la

Cari cuginetti, zietto collana e parenti vari . Mentre facevo ricerche nella biblioteca ho trovato il diario di Emilio Isidoro “ il sognatore “ Ombrafiorita . Leggete fino alla fine

Dal diario di Emilio I.
Roma 13/11/1771

Dopo un lungo viaggio nella terra Australe, sono tornato a Roma. E chi trovo a casa la cara Ermengarda che discuteva con Amelia dei Ripa. Amelia si vantava che le sue feste di Capodanno erano le più belle e le meglio frequentate da parte dei nobile romani.
Ermengarda era viola dalla rabbia. Leggendogli nella mente sentivo la sua furia aumentare ad ogni parola della “nobil donna “ . Purtroppo non ha segreti per me, carino lo stalliere, meglio lasciar stare prima di cadere nell’indecente.
Ermengarda si girò e mi guardò, ormai lo conoscevo bene quello sguardo “Per favore aiutami ad uscire da questa situazione non ne posso più delle “quanto sono belle le sue feste ,i suo amanti , dei suoi terreni strepitosi e di tutti i suoi strepitosi eccetera eccetera, prima che la riduco ad un tizzone ardente.”
A quel punto l’orgoglio di famiglia chiedeva vendetta e la invitai alla più strepitosa festa di Capodanno che Roma avesse mai visto.
Strano il suo comportamento si alzo stizzita e usci di casa così velocemente che non feci neanche in tempo a salutarla.
Ermengarda mi guardava cercando di capire se stavo scherzando o dicevo sul serio.
Gli ho detto di non preoccuparsi e che in Australia avevo imparato un pò di nuovi trucchetti che ci avrebbero aiutato.



Dal diario di Emilio I.
Roma 14/11/1771

Ermengarda questa mattina era irrequieta . Ormai la tensione si legge chiaramente sul suo viso.
Non ti preoccupare Erme ci pensa il tuo fratellino a far fare buona figura alla famiglia.
Il suo sguardo non è stato dei più fiduciosi.
Mi sono fatto portare un po’ di fogli di carta e dell’inchiostro.



Dal diario di Emilio I.
Roma 15/11/1771

Le lettere che ho scritto questa notte sono state spedite.
La sorellina finalmente mi ha datto il ben tornato. Ci sono voluti solo due giorni questa volta.
Poi mi chiese cosa avevo in mente.
Gli ho detto di non preoccuparsi e di lasciarmi fare.


Dal diario di Emilio I.
Roma 24/12/1771

Ormai manca solo una settimana, tutti gl’inviti sono stati spediti e le risposte alle mie 10 lettere sono arrivate. Procede tutto come da dovere e questa sera inizia la prima fase del piano.
Ermengarda ormai ha i nervi a fior di pelle. Mi ha affrontanto con fare minaccioso, chiedendomi cosa avevo in mente.
E a questo punto perché spiegarlo, meglio mostrarglielo.
Il suo furore si cambio in euforia e gioia.



Dal diario di Emilio I.
Roma 31/12/1771

Finalmente i miei ospiti sono arrivati li ho fatti accomodare nella casa della servitù.
Il piano è giunto all’ atto finale
Il mio vecchio amico Anselmo e sua moglie stanno adattando gli abiti e le tavole stanno per essere imbandite
Tra un po’ sarà ora di andare in scena.
Lungo il viale le torce sono state accese e tra un po’ arriveranno i miei ospiti.
Merda merda merda

Dal diario di Emilio I.
Roma 01/01/1772

Questo pomeriggio quando mi sono svegliato, con un po’ di terrore e un po’ di gioia.
Terrore perché le cose sono andate troppo bene, gioia perché le cose sono andate anche bene.
Qualche ricordo finalmente riaffiora dal troppo vino bevuto.
La Contessa Amelia dei Ripa era arrivata per ultima, come le tutte prime donne, si fanno aspettare.
Quando entrò nella gran sala la sua presenza attirò tutta l’attenzione su di e le sue splendide cortigiane.
Forse si era portata la compagnia per poter sparlare con qualcuno, ma per sua sfortuna avevo i miei amici che mi facevano da spalla.
Quando il primo si presentò alla baronessa si presento come “ Il sultano delle Isole Bilboa “ lo so che non esistono però, contavo sull’ignoranza della baronessa, e per fortuna lo è.
Poi arrivo la Reggina Mariunna un piccolo stato dalle parti dell’Australia.
La serata è continuata con balli, cibo, e vino in quantità.
Ermengarda non stava più nella pelle, sapeva cosa avevo in mente.
La festa in realtà non era stata che una banale festa. Però tutti si stavano divertendo.
Adesso toccava a me.
Feci allontanare la Contessa con un pretesto, vedi il figlio bello e aitante del sultano di Bilboa. Quando si chiusero in camera il mio complice gli fece bere un buon bicchiere di vino un po’ modificato con una polverina un po’ speciale. Che la fece cadere in un lieve sonno, e a quel punto sono entrato io in gioco.
Certo che quei aborigeni mi hanno insegnato bene.
Gli feci sognare di tornare nel salone ma quando aprì la porta la sala era sparita.
Si trovò in un posto tutto polveroso e pieno crateri e gl’invitati che si erano fermati a guardare, una pendola che stava sospesa a mezz’aria.
La ormai sbalordita Contessa rimase ancora più a bocca aperta quando in cielo invece di vedere la Luna vide una strana palla blu.
Amelia si voltò verso di me e mi chiese dove eravamo ed io gli risposi con tutta la calma “siamo sulla luna , le avevo detto che sarebbe stata una festa speciale” a questo punto, la nobil donna svenne tra le mie braccia.
Quando si riprese tutto era finito, tranne che la festa che durò fino alle 9 del mattino dopo.


In serata mi sono arrivati i complimenti da parte di Ermengarda. I suoi ospiti si erano divertiti.




Dal diario di Emilio I.
Roma 02/01/1772

Caro Enrico quando leggerai questo diario di allo zietto di passare nel deserto centrale australiano li ci sono degli indigeni molto simpatici.

Prima o poi ci ritroveremo.


Emilio Isidoro “ il sognatore “ Ombrafiorita

giovedì 1 novembre 2007

Piove... Il cielo è grigio e piove... Guardo fuori e mi sento malinconica. Dovrei sistemare la mia camera. Chiederò ad Aristide di aiutarmi quando avrà finito di sfaccendare in cucina. Ma che starà facendo mai? Sempre rape, solo rape, pranzo e cena rape. Parigi... Quanti ricordi... Mi manca il lusso e la spensieratezza di quei giorni... Quei giorni che non sembrano più appartenermi. Questa è la mia nuova vita. Rape, 1 filtro di te per 6 persone, tende rotte, divani laceri. Ma finalmente, dopo anni, mi sento a casa, forse più di quanto non mi sia mai sentita, neppure a Parigi. Finalmente ho la famiglia che non ho mai avuto e per quanto siano matti mi vogliono bene. Sento ancora l'odore di bruciato delle mie splendide scarpe D&G... Angelo e i suoi moralismi del cavolo... Quelle scarpe mi erano costate € 8.000,00 ed erano pezzi quasi unici... Non ho avuto ancora il coraggio di buttarle, ma sono sicura che Aristide prima o poi me le farà sparire... Basta! Andrò a cercare lo zio così magari gli chiedo di insegnarmi qualcosa di interessante sulle varie erbette che crescono in giardino...