domenica 7 settembre 2008

Epilogo... (?)

La S.V. e' invitata a partecipare al party che si terra' sabato 13 c.m. presso il "Legamento"

R.S.V.P.

La Famiglia Ombrafiorita

Quando un invito del genere viene recapitato con mezzi mondani (e non) a tutta la "creme" della citta' e dintorni, il messaggio e' piuttosto chiaro per tutti:
Sabato 13 abbiamo da fare, non fatevi trovare in giro per Roma.

Ad onor del vero, i "party" degli Ombrafiorita sono molto gradevoli, anche se non fossero un obbligo tutta la Roma che conta si precipiterebbe.
Musici di Færie, vini pregiati, spettacoli di ninfe danzanti e tutta l'opulenza che potere, ricchezza e immodestia possano concepire. Qualcuno potrebbe fare obiezioni al gusto barocco che li caratterizza ma mai a voce troppo alta e mai in assoluto davanti alle gemelle che fanno gli onori di casa, la pazienza non e' nel novero delle qualita' di questi anfitrioni.

Sabato 13 settembre 2008
Un uomo fruga nei propri cassetti, con l'aria di chi vede tutto per la prima volta.
Piove, l'acqua schizza sulle finestre e i rivoli disegnano presagi di vendetta e morte.
Questa sera l'uomo non ha accompagnato col solito sguardo laido la figlia piccola della sua compagna mentre andava a letto. Non si e' leccato le labbra come una jena affamata pregustando il momento in cui la madre avrebbe lasciato la piccola incustodita e lui, l'orco domestico, avrebbe ricominciato a giocare con la sua preda.
Come l'altra, la prima bimba, cosi dolce, cosi innocente. Era andato avanti per mesi a violentarla ma poi la piccola aveva ceduto. Non aveva certo avvertito la mamma, per nessuna ragione lo avrebbe fatto. Una buon mix sensi di colpa e catechismo l'avevano tenuta muta come un pesce. Peccato, alla fine aveva ceduto e dopo un volo di cinque piani l'aveva lasciato senza piu' il suo giocattolino.
No, questa sera l'unica cosa che l'uomo puo' permettersi di fare e' di avere paura, rincattucciato in angolo della propria mente, mentre la creatura che ha preso possesso del suo corpo lo muove come un fantoccio verso l'uscita.
Ha paura ma non ne ha abbastanza... non ancora.

Angelo e Ugia' aspettano li vicino, in ombra. Lo vedono arrivare barcollando.
-Ci hai messo una vita, Osvaldo.
-Lo so, scusa. Non trovavo l'orologio.
-?? ... Ma dove lo stiamo mandando non ne avra' bisogno...
-Lui no...io si. Vale ancora qualche spiccio, sai?
Angelo non risponde, scuote la testa e mormora delle preghiere.

In un prato, sotto la pioggia l'uomo ha di nuovo il controllo di se stesso, la creatura lo ha lasciato ed ora aleggia traslucida vicino a lui, ricorda vagamente il profilo di uno stregone tribale ma e' difficile farsene una idea con la pioggia che gli ferisce gli occhi.
Davanti a lui severo, immobile lo fissa un prete.
L'uomo non ha nemmeno il tempo di parlare che Angelo lo incalza.
-Il pentimento porta all'espiazione e l'espiazione al perdono. Sei pronto a pentirti dei tuoi peccati, accettare la giusta punizione e salvare cosi' la tua anima immortale? Parla, il tempo che ti e' concesso non e' molto.

- ... che dici, io non ho fatto nulla ... aiuto, AIUTO!
-Sappiamo tutto di te e di tua figlia, non mentire, pentiti finche' sei in tempo.
L'uomo prova a scappare schizzando fango mentre corre alla cieca lontano da quell'incubo...
Un piede esce dal buio colpendolo con precisione letale sul plesso solare facendolo piegare, un istante dopo un gomito impatta con violenza sulla sua nuca, mentre il buio si fa sempre piu' fitto una voce disincarnata mormora:
-Grazie Ugia', ma non sarebbe andato lontano...

Di nuovo la pioggia sul viso, e' di nuovo cosciente
-Che ti dicevo Angelo? Questa gente non si pente... Procedo?
Il prete annuisce.
-Vieni con me, andiamo a trovare tua figlia.

In un istante il mondo collassa, non piove piu', l'uomo e' disorientato, seduto in mezzo ad un deserto di cenere, il cielo viola e nell'aria un odore di morte.
Vicino a lui c'e' la figura che prima era traslucida, ora e' concreta.
Vecchio, scarno, coperto solo da un perizoma e dai suoi tatuaggi Osvaldo sorride con i denti limati.
-Ti piace il posto? "I Reami della Morte", sono pochi i mortali che li hanno visti mentre erano in vita, sei fortunato!
-ed ora? domanda l'uomo
-ed ora restarai qui, non avrai bisogno ne di bere ne di mangiare... aspetterai qui che il tuo corpo venga lentamente dissolto e la tua anima divorata.
Dovevi dar retta a mio nipote Angelo, ci saremmo limitati a ucciderti... Addio.

Osvaldo torna al mondo dei motali, Il prete e il Bast lo guardano.
-Tutto fatto, corriamo al Legamento, forse facciamo in tempo a vedere la collezione di moda che Prada ha dedicato ad Iside... Ah il Rolex era falso, pure pezzente oltre che pedofilo... a proposito, Angelo, come hai detto che si chiamava?
La notte li ingoia.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Di tempo ne è passato, signorino Osvaldo, ma non ho dimenticato come si fa l'arrosto: preparerò il migliore della mia vita.

E le mie vecchie membra scricchiolano compiaciute, al pensiero che Villa Ombrafiorita sia di nuovo quella che era.

Ora vado a preparare il thè. Cinese, bianco, appena importato via bastimento.

Aristide

Zio Osvaldo ha detto...

Mio caro, anche se fasto e opulenza per un certo periodo sono state parole estranee alla nostra Famiglia c'eri sempre tu a dare lustro al Casato.
In molti possono permettersi di ostentare ricchezza ma ti assicuro che nessuno, nemmeno il regno dei De Tweer puo' vantarsi di avere Aristide al proprio fianco.

immaginauta ha detto...

La ringrazio commosso, signor Osvaldo.

La sua Regina Consorte mi ha giustappunto chiesto di fare un corso d'aggiornamento alla sua servitù.

Che dama! Che classe!

Aristide

Anonimo ha detto...

Famiglia Ombrafiorita mi mancavate!

Lucetta

Enrico Maria Onofrio R. ha detto...

Ottimo lavoro mio caro zietto.
Però non è proprio nello stile di famiglia.
Dove erano i fulmini le palle di fuoco, le crepe spazio temporali.

Va beh avete fatto un buon lavoro anche se senza stile.

Ci vediamo al palazzo di ghiaccio.

Salutami la tua consorte

Anonimo ha detto...

Prada ha creato una intera collezione che porta il mio nome... Tutti abiti creati su misura per me, questa si che è vita...

Iside